
† AVONDIOS,
Per grazia di Dio,
Luogotenente del Trono Metropolitano di Milano e Aquileia Metropolita di Brescia
Al nostro amato clero, al ordine monastico
e ai fratelli e sorelle in Cristo , grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da noi benedizione.
Cari fratelli e sorelle in Cristo Signore, Cristo è risorto!
La festa di oggi è la festa di tutti i cristiani e, oserei dire, dell’intero respiro umano, perché la luce della Risurrezione del Signore si riversa su tutta l’umanità, di cui testimoniamo pieni di spirito divino: “La luce di Cristo illumina tutti!”. Oggi la vittoria dell’inferno e della morte è finita! Oggi le tenebre si sono trovate impotenti davanti alla Luce, così come la notte si disperde con il sorgere del sole, perché la Luce del mondo (Gv 8, 12), Cristo Salvatore, risplende nelle tenebre e le tenebre hanno non lo coprì (Giovanni 1, 5). Oggi è il giorno in cui ci è stato rivelato il mistero del segno di Giona e, insieme ai discepoli, guardiamo al Salvatore risorto e contempliamo il miracolo che ci attende. Oggi esulta con noi Adamo, cantando ad una voce: “Giorno della Resurrezione, illuminiamo i nostri popoli! Pasqua del Signore, Pasqua! Che dalla morte alla vita e dalla terra al cielo, Cristo Dio ha superato noi, coloro che cantano canti di vittoria”. Cristo è risorto – l’inno della vittoria – per risuonare dalle bocche di tutti, ma anche dal profondo della nostra anima, mostrandoci, insieme ai Santi Apostoli, testimoni della Sua Santa Passione e della Sua Santa Risurrezione. Oggi ci viene mostrata la forza del Sacrificio del Salvatore, la vittoria e la forza della Croce, che diventa la via da percorrere, perché solo attraverso di essa risorgeremo insieme al Crocifisso.
La risurrezione del Signore è il miracolo mediante il quale si compiono le promesse fatte ai profeti e si dissipano i dubbi degli apostoli. Oggi Cristo Redentore ci mostra il vincitore della morte, il segno dei chiodi è la nostra testimonianza incrollabile. L’apparizione del Salvatore risorto diventa, per ciascuno di noi, momento della resa dei conti (Mt 25, 19), perché ora ci chiede i talenti che abbiamo moltiplicato in questo periodo di Quaresima, secondo le parole di San Gregorio Magno Teologo: “Oggi celebriamo noi stessi La risurrezione, che non è solo una speranza, ma è già diventata realtà, e intorno ad essa si è raccolto il mondo intero. Ciascuno, dunque, a modo suo, offra quanto ha portato in questo tempo, per offrire un dono di festa delle cose spirituali, che Dio ama, più o meno, secondo le forze di ciascuno». Davanti al Salvatore Risorto, davanti al Santo Calice, appariamo puri, portando nelle nostre candele la mirra pura e profumata delle buone azioni, facendoci seguaci delle vergini dei saggi. La Risurrezione del Signore fa trovare il suo senso all’opera della Quaresima, ma, come dice San Giovanni Crisostomo: «Noi abbiamo rifiutato il peso del digiuno, ma non rifiutiamo il frutto del digiuno, perché tu puoi rifiutare il peso del digiuno e raccogliere i frutti del digiuno”, dobbiamo rendere permanente questo stato. La gioia di incontrare il Salvatore risorto deve essere preservata per sempre, e questo è possibile solo adempiendo le sue parole.
Amatissimi fratelli,
San Giovanni Crisostomo chiama la risurrezione del Signore “il fondamento della pace, la causa della riconciliazione, la cessazione delle guerre, il calpestio della morte, la sconfitta dei diavoli”. E ci domandiamo: perché sulla terra ci sono le guerre, perché c’è l’odio, perché c’è la morte, poiché Dio ci ha promesso la liberazione, attraverso la voce del profeta: “Io li libererò dal dominio dei morti e dalla morte io li salverà. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dove sono i tuoi problemi? (Osea 13, 14). Attraverso la sua risurrezione, Cristo il Redentore ha aperto la via alla perfezione, ma ci ha lasciato la libertà di prendere parte alla sua luce o di sprofondare nell’oscurità del peccato. Separandoci dalla Sua luce, dallo Spirito di Dio (1 Corinzi 2, 12), troveremo pace, tranquillità, amore, ma se rimarremo schiavi dello spirito del mondo, avremo una vita caratterizzata dall’odio e dal dolore.
Cari fratelli e sorelle ,
La promessa di Cristo Salvatore – “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Matteo 5, 9) – deve essere la nostra guida nella nostra vita, perché solo così diventiamo degni dei suoi seguaci: “Comanda a noi che ti do: amatevi gli uni gli altri. Come io vi ho amati, così anche voi vi amate. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Giovanni 13, 34-35). Siamo stati creati dall’amore, dal Dio dell’amore (1 Gv 4), e lo scopo della nostra esistenza è condividere con Lui, con il suo amore sconfinato, diventando portatori di questo grande dono d’amore. Siamo costantemente assaliti da notizie negative, informazioni che ci rattristano e ci fanno credere che Dio ha distolto il volto dal suo popolo, ma non dobbiamo sperare, ma chiederci: non abbiamo seppellito il talento dell’amore? Non abbiamo rimosso l’amore di Dio attraverso il nostro non amore? Poiché Dio associa il perdono dei nostri errori con il perdono dato a coloro che ci hanno fatto del male (Matteo 6, 12), come oseremo chiedergli misericordia e aiuto, sapendo che non guardiamo al nostro prossimo? e non cerchiamo di trovare pace con lui? La pace del mondo è la naturale conseguenza della nostra pace interiore, le guerre che mettono fine alla vita e piangono le famiglie sono il frutto delle passioni che hanno attanagliato le nostre anime! Buttiamo via l’odio! Rimaniamo nell’amore di Dio, amando chi ci fa del bene e chi ci odia, perché, dice il Beato Agostino: “Il vero amante della pace è l’amante dei suoi nemici”.
In questi tempi pieni di dolore e di tristezza, causati dalle notizie ricevute dai nostri fratelli in guerra, travolti dai cataclismi naturali, persecuzioni , fame e povertà, rimaniamo forti nella fede e nella speranza, avendo gli occhi del cuore rivolti a Cristo Salvatore, che per amore ha sacrificato se stesso e rosa, chiamando noi e noi alla vittoria: “Osa! io ho vinto il mondo» (Gv 16, 33).
Il vostro Vescovo e padre,
† AVONDIOS,
Luogotenente del Trono Metropolitano di Milano e Aquileia Metropolita di Brescia
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