Festa della Annunciazione

“Rallegrati, tu che sei piena di grazia, il Signore è con te. Benedetta sei tu fra le donne” (Luca 1,28). Un versetto degno di essere ricordato, un passo delle Scritture che esprime al meglio il messaggio e la profondità spirituale del 25 marzo, la festa dell’Annunciazione, la prima festa dedicata alla Madonna confermata dai documenti. Anche se i Greci la chiamano “Evangelismos” e gli Slavi “Blagovestenia”, l’essenza della festa rimane immutata, ricordandoci tutti il giorno in cui l’Arcangelo Gabriele, pronunciando le parole “Rallegrati”, portò tra noi, sulla terra, la più importante notizia della storia del cristianesimo: l’Incarnazione del nostro Salvatore Gesù Cristo in questo mondo.

Il momento dell’Incarnazione del Salvatore, così come il Mistero dell’Immacolata Concezione, sono sempre stati punti di interesse per i teologi della Chiesa, ma anche per storici e biblisti, che hanno cercato di “fissare” matematicamente la data e l’anno precisi in cui questi eventi si sono verificati, partendo dalle profezie dell’Antico Testamento o da altri momenti della storia del popolo ebraico. Pertanto, in occasione della Festa dell’Annunciazione di quest’anno, abbiamo pensato di portare alla vostra attenzione alcune informazioni sul modo in cui la festa dell’Annunciazione è stata fissata nel calendario al 25 marzo.

“L’attesa della nascita del Signore”

Innanzitutto, dobbiamo ricordare che il fondamento delle Scritture per questa festa si trova nel Vangelo di Luca, capitolo 1, versetti 26-38, dove leggiamo che l’Arcangelo Gabriele apparve alla Santa Vergine Maria e le disse che avrebbe concepito e partorito un figlio, anche se lei “non aveva conosciuto uomo”. Secondo la tradizione della Chiesa, la Madonna aveva solo quindici anni quando fu visitata dall’Arcangelo Gabriele.

Il nostro grande liturgista rumeno e professore di teologia, Padre Ene Branişte, afferma in uno dei suoi volumi che la festa è stata introdotta a Roma dal Papa Leone II (681-683). Inizialmente, era solo una festa locale chiamata “l’attesa della nascita del Signore”. Alcuni la celebravano nella vigilia dell’Epifania (5 gennaio), mentre in alcune Chiese dell’Occidente, come quelle in Spagna o a Milano, veniva festeggiata il 18 dicembre. La variazione della data della festa è esistita fino al XI secolo, quando la data del 25 marzo si è generalizzata prima in Occidente.

Perché il 25 marzo?

Come abbiamo già accennato, inizialmente la festa veniva celebrata in date diverse, a seconda della tradizione delle comunità cristiane, ed era solo una festa locale. Ma quando si decise che la data della celebrazione doveva essere il 25 marzo? Così, tornando indietro, comprendiamo che, una volta stabilita la data della Nascita del Signore il 25 dicembre, fu naturale fissare la data dell’Annunciazione del Signore nostro Gesù Cristo, la Parola di Dio, a nove mesi di distanza da Natale, tenendo presente il fatto che normalmente la gravidanza o il “viaggio” di un bambino nel ventre materno, prima di nascere, dura circa nove mesi. I Padri della Chiesa sottolineano che questo termine fu scelto proprio per indicare che Gesù Cristo fu concepito in un momento perfetto “dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria”, come diciamo tutti nel Credo: “…che per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si incarnò nel seno della Vergine Maria, e si fece uomo…”.

Quindi, al di là dei calcoli, una cosa è importante ricordare di questa festa alla fine di marzo: non è importante la precisione matematica o storica riguardo alla data della festa (che abbiamo presentato per lo più per ragioni di cultura generale, che non è un peccato e neanche sbagliato appropriarci di), ma piuttosto l’atteggiamento di umiltà della Madre di Dio alla notizia meravigliosa è ciò che conta davvero e che dovrebbe ispirare tutti noi. Mostrando umiltà, ma anche molta maturità spirituale, la Madre di Dio non chiede spiegazioni infinite e non si lamenta, ma si sottomette completamente alla volontà di Dio, dicendo: “Ecco la serva del Signore. Avvenga per me secondo la tua parola!”. Prendiamo nota anche noi di questo grande dono e non dimentichiamo mai “quanto grande sia il dono dell’umiltà e quanta gloria e felicità porti all’uomo questa virtù sublime e più grande”, come ci incoraggia Padre Cleopa della Sihăstria Neamțului!

Lasă un răspuns

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Powered by WordPress.com.

Up ↑

Scopri di più da METROPOLIA ORTODOSSA DI AQUILEIA

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading

Scopri di più da METROPOLIA ORTODOSSA DI AQUILEIA

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading