Per il primo periodo storico del cristianesimo l’unità della Chiesa era minacciata da un aspro dibattito che riguardava la persona e la divinità di Cristo. In quel periodo cera un acceso dibattitto di due scuole: quella antiochena, con a capo dal patriarca Nestorio, e quella alessandrina, che vedeva alla testa il principale oppositore delle tesi di Nestorio ovvero San Cirilo di Alessandria. Se Nestorio sosteneva che Cristo avesse sì due nature, ma non fossero unite fra di loro nel vincolo ipostatico, Cirillo sottolineava invece con forza la natura divina di Cristo. Connessa alla disputa su Gesù Cristo, vi era quella legata all’appellativo di Theotokos relativo alla Madonna: i nestoriani affermavano infatti che Maria fosse solamente Christotokos cioe, Madre di Gesù-Uomo e non Madre di Dio (cioè Colei che ha accolto in sé, con l’Uomo-Messia anche il Figlio di Dio unito all’Uomo).
Al Concilio di Efeso furono invitati tutti i metropoliti risiedenti all’interno dei confini dell’impero romano fra gli altri, anche il Papa Celestino che inviò come suoi legati due vescovi e il presbitero Filippo, e Agostino d’Iponna
Quest’ultimo però in realtà non partecipò perché morì prima dell’inizio del concilio. A causa delle difficoltà del viaggio, i legati romani arrivarono a dibattito già avviato. Ma anche il patriarca Giovanni D’Antiochia ed i vescovi siriaci, cioè i maggiori sostenitori delle tesi di Nestorio, arrivarono in ritardo, nonostante fossero passate due settimane dall’inizio ufficiale del concilio 7 giugno 431 .
Quando Giovanni di Antiochia giunse il 26 giugno ad Efeso per controbattere alle posizioni di Cirillo, si rese conto che era troppo tardi. Prontamente, il patriarca antiocheno organizzò un contro-sinodo per rispondere alle definizioni dogmatiche dei filo-niceni, deponendo e scomunicando Cirillo e il principale vescovo a lui fedele, Memnone di Efeso.
Benché gli ultimi canoni fossero stati già sottoscritti dai padri il 31 luglio al termine delle cinque sessioni, le continue tensioni politiche e gli stati di agitazione anche tra la popolazione di Efeso e di Costantinopoli non permisero una conclusione effettiva dei lavori sinodali, fatto che costrinse Teodosio II ad imporsi con autorità proclamando il Concilio sciolto nell’ottobre del medesimo anno.
La formula nel canone dogmatico stabilito al Sinodo di Efeso fu:
«Noi quindi confessiamo che il nostro signore Gesù figlio unigenito di Dio, è perfetto Dio e perfetto uomo, (composto) di anima razionale e di corpo; generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, nato, per noi e per la nostra salvezza, alla fine dei tempi dalla vergine Maria secondo l’umanità; che è consostanziale al Padre secondo la divinità, e consostanziale a noi secondo l’umanità, essendo avvenuta l’unione delle due nature. Perciò noi confessiamo un solo Cristo, un solo Figlio, un solo Signore.» |
La venerazione della Vergine Maria svolge un ruolo importante nella conservazione della dottrina ortodossa, perché l’onore reso a lei è l’espressione della cristologia o dottrina ecclesiale su Cristo. Il titolo più importante di Maria è “Theotokos”, che significa “colei che ha partorito Dio”. Questo termine, approvato dal terzo Concilio Ecumenico, il Concilio di Efeso nel 431, esprime la convinzione che il figlio della Vergine era Dio dal momento stesso del suo concepimento. Questo elimina falsi insegnamenti come l’adozionismo, che dichiarava che Cristo era un uomo buono adottato da Dio per essere suo figlio, e il nestorianesimo, che si è avvicinato a insegnare che Cristo era solo un uomo ispirato. Come San Giovanni Damasceno ha scritto: “…è veramente Madre di Dio colei che ha dato alla luce il vero Dio che ha preso carne da lei … Perché la santa Vergine non ha dato vita ad un semplice uomo, ma al vero Dio e, non Dio semplicemente, ma Dio fatto carne “.
La dottrina dell’Incarnazione, che si esprime nella devozione ortodossa alla Theotokos, è rilevante anche per la teologia sacramentale. La Chiesa insegna che Dio si è fatto carne per salvare coloro che sono carne e di santificare l’universo materiale. Così Dio usa le cose fisiche, come l’acqua, il pane e il vino, e l’olio per trasmettere la sua grazia divina attraverso i Misteri della Chiesa. Allo stesso tempo, diventando fisico, Cristo ha santificato il mondo fisico. Così, alla festa dell’Epifania, gli ortodossi proclamano: “Oggi l’intera creazione è illuminata dall’alto.” Questo significa che un vero cristiano deve prendersi cura della creazione di Dio e cercare di proteggerla dalla distruzione da parte dell’inquinamento umano.
Tuttavia, noi ortodossi non accettano la dottrina dell’Immacolata Concezione della cattolico-romana, un dogma aggiunto recentemente e fuori dal unità di tutta la cristianità apostolica . Al contrario, le chiese ortodossi credono che la Beata Vergine sia nata nel peccato ancestrale come qualsiasi altra persona. Questo è importante perché se Maria non fosse nata nel peccato ancestrale, Dio non avrebbe potuto assumere da lei la natura umana peccatrice. Come san Gregorio Nazianzeno ha scritto: “Poiché ciò che Egli non ha assunto non lo ha guarito.” Se Dio non avesse assunto la natura umana peccatrice dalla Beata Vergine, Egli non avrebbe potuto salvare natura umana peccatrice attraverso l’incarnazione di Cristo.
Vergine Maria ponte tra oriente ortodosso e occidente romano
La devozione cristiana alla Madre di Dio diventa un faro di luce dell’Oriente e dell’Occidente nella speranza dell’ attesa unita di fede dopo il Scisma del 1054. Lei diventa ed è il punto di unità e fede tra cattolici ed ortodossi, in ogni parte del mondo e ci legano storie della cristianità indivisa ma soprattutto il culto Mariano identico ma diverso nella sostanza liturgica e di tradizioni locali .
Maria può definirsi un ponte tra mondi diversi: in che modo il suo culto può diventare un ponte fra oriente e occidente ?
Ci sono dei contributi che riguardano l’annuncio di Maria, come ad esempio il riferimento all’albero di Jesse, che già nell’Antico Testamento preparano la sua venuta; d’altro lato ci sono capitoli molto importanti del Nuovo Testamento, gli apocrifi, il culto di Maria nel mondo islamico, e dal versante iconografico ci sono attestazioni che vanno da santuari mariani in estremo oriente a santuari mariani in estremo occidente fino Guadalupe nell’America latina. C’è stato lo sforzo di rappresentare quella che è la grande varietà e la grande ricchezza di culti mariani.
Potremmo dire che la Vergine Maria è quel supplemento d’anima che ha arricchito la storia del cristianesimo di un grande fervore che anche al di là delle questioni relative alla definizione del divino perchè mentre sulla Trinità i cristiani si sono spesso divisi, su Maria si sono invece più largamente conciliati.
Nel Oriente ortodosso , soprattutto per le questioni storiche vediamo nella Vergine Maria la genitrice, la Theotókos, alla base della storia cristiana, il culto mariano ha un radicamento liturgico più formale che a Occidente dove i santuari mariani non sono tanto legati a delle feste rese canoniche dall’anno liturgico, ma a miracoli e a luoghi di culto anche talvolta in continuità con i siti nei quali il mondo pagano aveva segnalato la presenza della dea della fecondità.
Nella figura della Madre di Dio Maria c’è un pò tutto: c’è la genitrice di Gesù, c’è la continuità con il mondo che si rinnova e c’è questo ruolo fortissimo della Madre di Dio come legame umano che ci lega al Suo Figlio in quanto Lei madre di Gesù e madre assunta da noi posiamo essere tutti figli della stesa Madre che genero il Mesia .
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