GIOVEDÌ SANTO

Il Sinassario di questo giorno ci illustra molto bene i misteri che vi vengono celebrati: “Nel grande e santo Giovedì i Santi Padri, che hanno tutto stabilito con saggezza, trasmettendo gli uni agli altri la tradizione ricevuta dai divini Apostoli e dai Sacri Vangeli, ci hanno tramandato di festeggiare quattro ricorrenze: la sacra Lavanda, la mistica Cena (cioè la consegna dei tremendi Misteri), la Preghiera divina, il tradimento di Giuda”.

L’attenzione del fedele viene subito focalizzata dal tropario del mattutino: “Quando i gloriosi Apostoli nella Lavanda della Cena venivano illuminati, allora l’empio Giuda veniva ottenebrato dalla passione dell’avarizia; e consegnava te, giusto giudice, a iniqui giudici. Rifletti bene su quest’uomo avido di ricchezze, per causa delle quali si impicca. Fuggi l’anima insaziabile che osò tali cose contro il Maestro”. Questo testo apre la celebrazione liturgica dei misteri del Giovedì Santo; il verbo illuminare e la parola lavanda ci portano subito al nome antico del Battesimo. La lavanda di questa sera degli Apostoli è il loro Battesimo prima della Cena eucaristica. La lavanda è la condizione per mangiare la Pasqua nuova come il Battesimo è la condizione per avvicinarsi all’Eucaristia. “Se non ti laverò non avrai parte con me“, disse Gesù a Pietro (Gv. 13,8).

Però, in questo momento, avviene la grande divisione: i discepoli sono illuminati e si rivestono della luce e della gloria, mentre Giuda, l’empio, precipita nella notte di un empietà ancora più radicale e definitiva; l’amore che il Figlio dell’Uomo ha per noi arriva alla perfezione, invece, Lui stesso sta per essere crocifisso dall’uomo e, in cambio, gli offre il dono della vita, l’Eucaristia, e perciò l’invito alla conversione dei fedeli è molto forte: “Nessuno, o fedeli, non iniziato alla Cena del Signore, nessuno assolutamente si accosti come Giuda alla Mensa con cuore falso. Egli, ricevuto il boccone, insorse contro il Pane e, pur apparendo discepolo, in realtà era omicida, rallegrandosi con i giudei e vivendo con gli Apostoli. Odiando baciava, baciando vendeva il Dio e Salvatore delle anime nostre. che ci ha riscattati dalla maledizione” (III Stichira dell’Aposticha). Durante la Liturgia di San Basilio, invece dell’Inno cherubico, si canterà “Del tuo mistico convito, o Figlio di Dio, rendimi oggi partecipe, poiché non svelerò il mistero ai tuoi nemici, ne’ ti darò il bacio di Giuda, ma come il ladrone ti prego: ricordati di me, o Signore, nel tuo Regno”. Questo inno è una delle preghiere che precede sempre il prendere l’Eucaristia da parte dei celebranti e dei fedeli.

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