Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.
E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. [Matteo 4:18-20]
E’ passata da poco la festa di sant’Andrea l’Apostolo, detto anche “il Primo Chiamato”. Festeggiamo tutti gli Apostoli con grande amore, perché furono vicini al Signore e ne ascoltarono la Voce direttamente dalle sue labbra. Ma con speciale rispetto festeggiamo gli Apostoli Pietro e Andrea, il primo perché fu scelto come testimone speciale di molti misteri, come la Trasfigurazione, e perché fece la famosa professione di fede sulla quale il Cristo fondò la sua Chiesa (cfr. Matteo 16:13-20). E perché sant’Andrea Apostolo gode di tanta venerazione?
Principalmente, il suo nome è uno degli onomastici più festeggiati dagli ortodossi, poiché è un nome molto diffuso nei paesi slavi, in Grecia e in Romania, per il fatto che la Tradizione lo identifica come l’evangelizzatore di tutti questi luoghi, l’Apostolo che dalla Grecia all’Ucraina mise per primo piede da cristiano in quelle terre ancora in larga parte disabitate. Già Eusebio di Cesarea nel III secolo lo vuole evangelizzatore dell’Asia Minore, della Grecia (insieme con san Paolo) e dei Balcani. Le Cronache del monaco Nestor della Pečerska Lavra, scritte all’inizio del XII secolo, raccontano come sant’Andrea abbia benedetto il fiume Dnepr per la prima volta quando giunse a Cherson, e poi si diresse a Roma passando per la Romania e la Serbia, finendo nella Dalmazia e poi in Italia. Lo stesso fiume sarà poi il luogo dove gli abitanti del regno di Kiev si battezzeranno in massa nella religione cristiana, nove secoli più tardi.
Sant’Andrea inoltre è un martire. Da sempre, i martiri sono stati venerati con grande enfasi dalla Chiesa di Cristo, perché luminosi testimoni del Vangelo nel loro estremo amore per Dio: accettare la morte avendo assoluta speranza nella Resurrezione. Il Primo Chiamato non fa eccezione. A Patrasso, nel 60 d.C. circa, l’Apostolo Andrea subiva il martirio per crocefissione: non osando emulare il Maestro, in umiltà, chiese di poter essere ucciso su una croce diversa, e così lo appesero ad una croce a X (decussata), chiamata da quel giorno in poi “Croce di sant’Andrea”. Nel III secolo, come ricordano Epifanio di Salamina ed Eusebio di Cesarea, apparvero degli Atti di Andrea e un Vangelo di Andrea, di chiara origine gnostica, che non furono accettati dalla Chiesa Indivisa: ovviamente, questi scritti non erano originali, ma il prestigio del santo era tale da volergli attribuire delle fonti scritturali.
Ma cosa rende speciale Il Primo Chiamato? Il suo coraggio. Il coraggio, condiviso col fratello Pietro, di lasciare le reti – ovvero le lusinghe, gli intrighi del mondo – per seguire il Maestro, il Cristo Dio. Il coraggio di sant’Andrea, così come degli altri Apostoli e di tutti i cristiani di vera fede che emularono il loro esempio, è quello di testimoniare con la loro vita la forza e la grazia del Cristianesimo. In greco, alla origine del nome Andrea vi è anér (gen. Andròs), che significa “uomo”. In questo senso, siamo tutti noi degli “Andrea”, dei << uomini chiamati >>. Siamo chiamati a seguire il nostro Signore e Redentore nel cammino verso la salvezza, accompagnati dalla stessa forza che ispirò due pescatori ad abbandonare la loro barca per cercare la Via.
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