I Che cos’ è l’ Ortodossia?

Secondo S. Anastasio il Sinaita. uno dei primi Padri
della Chiesa, «1‘ ()rtodossia è il vero concetto di Dio e
della creazione». L’ Ortodossia, vale a dire la giusta fede, è
la verità. Secondo la parola di Cristo: «lo sono [a via, [a
verità, la vita», è la verità incarnata. Non possiamo
trovare e conoscere la verità se non nella persona di Cri-
sto: è dunque unicamente in Cristo che noi siamo salvati.
L’Ortodossia – la Verità – si identifica nel Cristo
che è la verità eterna. Poiché Dio-Trinità è la sorgente
della verità, la Sua stessa esistenza è egualmente verità:
questa verità è l’ Ortodossia fondamentale ed eterna nella
quale gli uomini sono chiamati a vivere.
Dopo la sua caduta, l’ uomo ha perso la grazia di Dio:
è decaduto dalla comunione con Dio‘Verità. l discendenti
del primo Adamo, per ritornare all’ unione primitiva con
Dio, devono entrare in comunione con il nuovo Adamo:
Cristo. La salvezza dell‘ uomo non è possibile che in Cri-
sto. Ma quale verità ci offre Cristo? E dove questa verità è
rimasta inalterata. pura e senza confusione? La risposta si
trova nelle Sante Scritture che designano la Chiesa come
«colonna e fondamento della verità (1 Tim. 3. 15).
La volontà di Dio è che tutti giungano alla Verità, vale
a dire a Cristo (L’ Ortodossia incarnata), nel suo Corpo
che è la Chiesa. La redenzione dell’ uomo, il suo ritorno e
la sua unione a Dio e la sua salvezza finale non possono
realizzarsi che nella Chiesa. La Chiesa è stata fondata nel
mondo poiché in esso l’ uomo realizza la sua esistenza e
la sua comunione con Dio ed il resto del mondo. E nella
Chiesa. l’ uomo trova il senso della vita, del suo destino ed
una reale comunione con gli altri uomini e l’ insieme della
creazione. Secondo l’ Apostolo Paolo, la Chiesa è «il
suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente
in tutte le cose» (Ef. 1. 23).
La salvezza che Cristo ci porta con la sua Crocifissione
e la sua Resurrezione, continua nella Chiesa. Ecco perché
il Beato Agostino chiama la Chiesa «Cristo esteso in tutti i
secoli». Questo significa che la Chiesa è Cristo, il Quale,
anche dopo la sua Resurrezione e la sua Ascensione, con-
tinua a salvare il mondo con lo Spirito-Santo. L’ umanità
può continuamente trovare Dio nel corpo di Cristo, nella
Chiesa.
«Ecco perché non possiamo separare Cristo dalla
Chiesa. Non si può avere la Chiesa senza Cristo e non vi è
Cristo fuori della Chiesa: senza di Essa non vi è ne’ verità
né salvezza. La verità fuori dalla Chiesa-Corpo di Cristo è
simile a polvere d” oro nel fango. Non sono altro che raggi
momentanei della presenza divina nella condizione dell’
uomo decaduto, niente altro che la sua incapacità ad
elevarsi e ad essere salvato»
Il Cristo, Verità assoluta, ci conduce alla salvezza con
la sua Chiesa e la Chiesa è fondata sulla Verità. Se si
vuole avere un’ autentica conoscenza di Cristo nella sua
universalità e pienezza si deve necessariamente ricorrere
alla Chiesa.
«Fuori dalla Chiesa, anche nelle cosidette eresie «cri-
stiane», 1’ incapacità di trovare la pienezza del Cristo
esclude la possibilità della salvezza».2 Ecco perché le pa-
role di S. Cipriano, vescovo di Cartagine, secondo le quali
«fuori dalla Chiesa non vi è affatto salvezza», non sono
esagerate.
«Senza la Chiesa non possiamo conoscere il Cristo.
Parallelamente, senza la Chiesa non possiamo compren-
dere né le S. Scritture né il tesoro della tradizione. E’ evi-
dente che, per conoscere Cristo nella Chiesa qui ed ora,
occorre che la Chiesa esprima la verità di Cristo nella sua
pienezza. Altimenti il vero Cristo rimane sconosciuto e
inaccessibile fintanto che 1’ uomo rimane lontano dalla
salvezza, esatta condizione delle diverse eresie. E’ unica-
mente nella Chiesa, nell’ Ortodossia ‘- vale a dire la Fede
giusta – che 1’ uomo può veramente incontrare il Cristo
ed essere salvato>>3.
La Chiesa, secondo uno dei Santi Padri, è «1’ Assem-
blea del popolo ortodosso». La Chiesa vive attraverso i
secoli e vive come Ortodossia. E’ impossibile pensare la
Chiesa senza 1′ Ortodossia. In questo contesto noi dob-
biamo comprendere la Chiesa come tradizione: processo
divino e movimento dinamico di Dio nella Storia. Padre
Dumitru Staniloae, teologo romeno, dice che «1’ Ortodos-
sia è una condizione vivente, la vita incessante della
Chiesa».
«La Chiesa ha sempre considerato come sua responsa-
bilità più elevata quella di conservare, nello Spirito Santo,
la fede apostolica inalterata. Se la Chiesa non fosse rima-
sta fedele alla verità della sua esistenza, non potrebbe re«
stare fedele a se stessa e non avrebbe potuto conservare la
sua identità. Il contenuto e la sostanza della Chiesa è l’
Ortodossia» .“
Questa responsabilità che la Chiesa ha di conservare la
verità attraverso la tradizione non è qualche cosa di
astratto. La Chiesa veglia affinché ciascuno dei suoi figli
rimanga nella verità, nell’ «ortodossia» e nell’ «orto-
prassi» (giusta fede e giusta azione).
Ogni cristiano che si trovi nella Chiesa, non deve ac-
contentarsi di credere semplicemente ma deve credere in
Dio; e non soltanto credere in una potenza suprema ed
invisibile, ma in Dio-Trinità che si rivela nel Cristo.
Allo stesso modo, non deve semplicemente amare, ma
amare il suo Dio amando il suo prossimo. «La Chiesa ha l‘
obbligo di conservare questa ortodossia di fede e di vita e
di farne partecipare il mondo con la sua missione e la sua
testimonianza».5
Coscienti di questo, possiamo facilmente comprendere
perché la Chiesa rigetta tutti coloro che hanno cercato di
falsare o di rifiutare la sua verità, coloro che tentano di
aggiungereo di togliere qualche cosa a quella verità che e
Cristo stesso. La Chiesa li rigetta come eretici non perché
manchi di amore verso gli uomini ma, al contrario, a causa
del suo eccesso d’ amore per essi dal momento che fuori
della Chiesa non vi è salvezza. La Chiesa non può com-
promettere né sacrificare la verità e la fede ortodossa
poiché perderebbe allora la sua identità e la sua cattoli-
cità». «Il cristiano, in ogni tempo, deve accettare tutto ciò
che il Cristo ha rivelato e che è trasmesso dal Suo Corpo
(la Chiesa). Deve accettare la verità intera e non un «mi-
nimum di fede». La cattolicità e l’ ortodossia della Chiesa
sono preservate unicamente nella plenitudine e nella tota-
lità della fede. La Chiesa e cattolica nella misura in cui è
ortodossa, poiché allora soltanto ha preservato la pleni-
tudine della verità in Cristo».6
Sicuramente, oggi, siamo abituati a semplificare le cose
e diventiamo indiiîerenti alla Verità della Chiesa. Superfi-
ciali e frivoli. ci arrestiamo davanti alle forme esteriori e
proclamiamo che è sufficiente essere d” accordo su di una
fede di base e che tutto il resto è inutile: i dogmi ed i
canoni (regole del diritto ecclesiastico) sono stati fatti per
gli uomini ed è necessario accantonarli «per carità».
«Invece i dogmi, come regole di fede, non hanno di«
strutto l‘ unità della Verità. Hanno creato i limiti
dell’ Ortodossia, della Chiesa, in modo tale che la Chiesa – l“

Ortodossia _- possa essere distinta dall’ eresia… Per la
Chiesa, il fondamento della fede è unico: la pienezza della
verità in Cristo».7
Per la Chiesa, una cosa è necessaria: conservare la ve’
rità inalterata cosi come l’ ha ricevuta. Per questo scopo la
Chiesa ha mobilitato tutte le sue forze per combattere l‘
eresia, il suo nemico più irriducibile. Le persecuzioni non
hanno mai minacciato 1‘ unità della Chiesa né la sua capa-
cità di conservare la verità. Al contrario, esse l’ hanno a
volte aiutata a radunare le sue forze. allorché l’ eresia l’ ha
turbata a diverse riprese. L” eresia, che altro non è che un
mascheramento della verità. minaccia l‘ esistenza e la so-
stanza (ipòstasi) della Chiesa, minaccia la Verità tentando
di separare e di dividere il Cristo. Ma un Cristo fran-
tumato e diviso. che non sia l” intera «verità incarnata»,
non è affatto il Cristo salvatore. Gli eretici non rigettano
la totalità della verità, non rifiutano affatto il Cristo: non
l‘ accettano interamente ma soltanto in parte. Ario, per
esempio, non rifiutava l‘ umanità di Cristo ma rigettava la
sua divinità. Altri accettavano la sua divinità e rifiutavano
la sua umanità. Ma nessuno di loro accettava il Cristo to-
tale ed indiviso.
«La verità della Chiesa e una pienezza, una unità che
deve sempre dimorare indivisa e inseparabile. L’ eresia,
tuttavia. cerca di sottomettere la verità della tradizione ec-
clesiastica ai criteri dell’ uomo decaduto. L’ eretico si pone
a giudice e criterio della verità rivelata. Per questa ra-
gione, gli eretici di tutte le epoche sono stati dei raziona-
listi. Un eretico (divenuto tale poiché l’ orgoglio lo pos’
siede ed è pieno sino all‘ eccesso della fiducia nella sua
sola ragione e nelle sue opinioni) si stacca da solo dalla
grazia divina vivificante e tenta di salvarsi con le sue forze,
con la «verità» che si è forgiato e non con la Verità donata
da Dio. L’ eresia conduce inevitabilmente ad una religio-
sità fondata sull’ uomo».8
Anzi, la lotta di tutti i Padri contro le diverse eresie
tendeva a conservare la fede nella sua integralità _ cosa
indispensabile alla salvezza – con lo scopo di mantenere
ogni uomo nell’ Arca della Chiesa, che e il corpo di Cristo.
Si può dire che questa lotta è la loro più grande offerta
alla Chiesa. E’ per questo che essi non hanno mai consen-
tito a coesistere con gli eretici in un «minimum» di fede né
a soddisfarsi di una parte della verità, ma hanno lottato
per conservare tale fede intera ed indivisa poiché in tal
modo erano Ortodossi _ nella Verità @- ed ottenevano la
salvezza. Il metodo dei nostri giorni, secondo il quale si
cerca di non menzionare le differenze per mettere in ri-
lievo i punti comuni, non sarebbe mai stato accettato dai
Padri come punto di partenza di una discussione teologica
con gli eretici. Al contrario, essi hanno rinuito dei Concili
Ecumenici ed hanno lottato non per un «minimum» di
fede, non per trovare ciò che gli eretici avevano in comune
con essi, ma per ben mostrare ciò che li separavano, quali
insegnamenti degli eretici deturpavano la verità e, di con-
seguenza, rompevano 1’ unità della fede. In altre parole, se
la Chiesa si fosse mostrata indifferente alla conservazione
della fede e della tradizione, tali e quali erano state ri’
cevute, pure e inalterate, essa non sarebbe stata più la
Chiesa di Cristo, il suo corpo, ma una qualunque organiz-
zazione umana o politica, Essa cesserebbe di essere legata
al Cristo, al suo sacrificio sulla Croce, alla salvezza.
storia della Chiesa, un vescovo, qualunque fosse la sua p0-
sizione, avrebbe potuto innovare senza che la Chiesa, ri-
unita in Concilio locale o ecumenico, avesse espresso il
proprio parere al riguardo.
Tutti i Padri hanno umilmente obbedito ai decreti
della Chiesa che è, secondo 1’ Apostolo Paolo, «la colonna
e il fondamento della verità». Non è un ecclesiastico,
qualunque sia il suo rango, che ha il diritto di dire – al
posto della Chiesa — quale sia la verità.
Questo antico ed apostolico ordine che prevaleva nell’
unità della Chiesa è stato frantumato nel corso del nono
secolo allorché la Chiesa d’ Occidente ha preteso dei
privilegi che non le spettavano nellla Chiesa apostolica ed
ha manifestato i primi sintomi del suo desiderio di domi-
nio. Più tardi, questa volontà di dominio ha condotto la
Chiesa (1’ Occidente a degli errori dogmatici che hanno
minato le basi dell’ unità e causato lo scisma che permette
ancora oggi che i Cristiani siano divisi. In questo capitolo
cercheremo di descrivere, nel modo più obiettivo possi-
bile, le due ragioni principali dello scisma che, apparso nel
nono secolo, è sfociato nei reciproci anatemi del 1054.

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