Dormizione della Vergine Maria

La Chiesa ortodossa venera intensamente la Madre di Dio – ovvero Theotokos (la Madre di Dio), ovvero Panaghia (la Tuttasanta), come noi preferiamo riferirci a lei – esaltandola non come una pia eccezione ma proprio come un esempio concreto del modo cristiano di affidarsi e rispondere alla vocazione a essere discepoli di Cristo. Maria è straordinaria solo nella sua virtù ordinariamente umana, che noi siamo chiamati a rispettare e imitare come devoti cristiani. La sua Dormizione è commemorata il 15 /28 di agosto , una delle dodici Grandi feste del calendario ortodosso. 

Ogni anno, ad agosto, glorifichiamo la santissima Vergine e il suo beatissimo transito al Cielo. Icona perfetta del modello di vita cristiano, la Madre di Dio è stata madre perfetta, sposa casta, generosa e orante, perfettamente sottomessa alla volontà del Figlio suo, il Signore Dio di tutti. Innumerevoli sono gli inni che la Chiesa Universale propone per tessere le lodi della Beatissima Vergine Maria, fra i componimenti di insigni autori ecclesiastici figurano le Lamentazioni, canto del cuore dell’uomo che, celebrando il transito della Deipara al Cielo, vede in essa il compimento delle promesse del Salvatore a tutti gli uomini: il destino della Madre di Dio, la comunione perfetta con Dio e il Paradiso, sono promessi a tutti gli uomini e le donne che seguiranno i comandamenti del Signore e cercheranno la sapienza divina, conformandosi alla volontà di Dio. La Dormizione della Vergine è, in un certo qual modo, una promessa per tutti noi: chi crede in Colui che mi ha mandato ha la vita eterna (cfr. Giovanni 6:40) dice il Signore. E infatti Maria, con il suo “sì” che diede all’Angelo Gabriele, “sia fatta la volontà di Dio nella mia vita”, ha preso su di sé quella promessa e l’ha mantenuta. E Dio ha mantenuto la sua promessa a sua volta. Il Signore non ha voluto che il corpo della Madre di suo Figlio il Verbo fosse corrotta secondo la natura umana, e così Cristo stesso è venuto a prendere il corpo di sua Madre per portarlo negli Eccelsi, come narra il Sinassario della festa.  In questa chiamata particolare la Madre di Dio si manifesta come primogenita della Nuova Alleanza, una alleanza fra Dio e gli uomini basata non sul terrore e sul sacrificio di carne, ma basata sull’amore e sul dono di sé stessi a Dio affinché sia manifestata la sua potenza nel mondo.  Fin dai primissimi secoli i cristiani si sono rivolti alla Vergine Madre cercando conforto e sostegno con le sue intercessioni. La preghiera più antica ritrovata, il Sub Tuum praesidium, è del III secolo e recita:  

Sotto la tua protezione troviamo rifugio, o beatissima Madre di Dio, non lasciarci soli nella prova, ma accorri in nostro aiuto, o sola benedetta. 

Questa stessa preghiera è recitata ogni sera di quaresima al Vespro nella tradizione bizantina. La Madre di Dio, prodigio speciale nell’universo intero, è il segno che Dio non abbandonò l’Umanità alla propria degradazione, ma scelse un percorso straordinario ma allo stesso modo ordinario. Così come recitano le stichire festive:  

Non ti sei palesato con una immagine terribile e mostruosa, o Salvatore, ma hai scelto il grembo della Vergine… 

L’innografia della Chiesa rimarca e ricorda sempre a tutti noi che il rapporto fra Dio e la Santissima Vergine fu un rapporto mutuale nel quale il Signore notò la virtù di Maria e quest’ultima fu sempre servente e obbediente alla sua volontà. Ed in Maria troviamo la risposta ultima della vocazione specifica di ognuno di noi: anche noi, come Maria Vergine, dobbiamo saper dire “sì” alla volontà dell’Onnipotente, e compiere in tutto i suoi comandamenti. E allora avremo la pace del Signore.

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