La preghiera è di tutti!

L’insegnamento fondamentale della fede cristiana ortodossa è l’acquisizione personale delle virtù, infatti, è sempre stata considerata un necessario requisito dei seguaci di Gesù Cristo. È questo un compito che si può portare a termine solo con l’esame quotidiano dell’anima, il controllo costante della mente e la purificazione sincera del cuore. Numerosi cristiani, ancor oggi, ritengono che sia questo un impegno richiesto ai monaci, alle monache e al clero. Molti affermano, ad esempio, che il comandamento dell’apostolo Paolo di «pregare incessantemente» (Voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre.  Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobri.
Quelli che dormono, infatti, dormono di notte; e quelli che si ubriacano, sono ubriachi di notte.  Noi invece, che siamo del giorno, dobbiamo essere sobri, rivestiti con la corazza della fede e della carità e avendo come elmo la speranza della salvezza.  Poiché Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all’acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi, perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.  Perciò confortatevi a vicenda edificandovi gli uni gli altri, come già fate.
Vi preghiamo poi, fratelli, di aver riguardo per quelli che faticano tra di voi, che vi sono preposti nel Signore e vi ammoniscono; trattateli con molto rispetto e carità, a motivo del loro lavoro. Vivete in pace tra voi.  Vi esortiamo, fratelli: correggete gli indisciplinati, confortate i pusillanimi, sostenete i deboli, siate pazienti con tutti.  Guardatevi dal rendere male per male ad alcuno; ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti.  State sempre lieti, pregate incessantemente
, 1 Ts 5,17) può essere osservato unicamente da chi vive in monasteri, capanne o grotte (e perciò può essere imposto soltanto a loro). A quest’idea la fede e la pratica cristiane ortodosse rispondono a voce alta e con energia: NO!     Ascoltiamo al riguardo qualche esortazione dei Padri della Chiesa.      San Simeone il Nuovo Teologo (949-1022, festa il 12 marzo) insegna: «Chi ha moglie e figli, molta servitù, grandi proprietà e posizione elevata nel mondo può pervenire alla visione di Dio»; è perfettamente possibile vivere una vita celeste qui in terra, non in grotte o sui monti o in celle monastiche, ma nel cuore delle città.     Un’opera relativa a san Gregorio Palamas (1296-1360; festa il 14 novembre e la seconda domenica della Grande Quaresima) riporta:   «Non pensate, fratelli, essere dovere soltanto di sacerdoti e monaci il pregare incessantemente e non dei laici. No, no. È un dovere di tutti noi cristiani l’orazione continua. Perciò leggete quanto scrive nella Vita di san Gregorio Palamas il santissimo patriarca di Costantinopoli Filoteo. Il santo aveva un caro amico di nome Giobbe, uomo assai semplice, ma di grande virtù. Conversando una volta con lui, l’arcivescovo parlava della preghiera che ogni cristiano avrebbe dovuto sempre fare, senza smettere mai, come ordina ai cristiani l’apostolo Paolo: Pregate incessantemente! (1 Ts 5,17), e come disse di sè medesimo il profeta Davide, benché fosse re e dovesse occuparsi di tutto il regno: Contemplavo il Signore davanti a me sempre (Sal 15,8); nel pregare, cioè, ebbi sempre, mentalmente, davanti a te il Signore. Gregorio il Teologo insegna a tutti i cristiani a pronunciare nella preghiera il nome di Dio con una frequenza maggiore del respiro».     In sintesi, la vita della Chiesa la partecipazione al culto liturgico e sacramentale la si può realizzare, attuare e incarnare nelle nostre esistenze personali solo quando cominciamo a pregare con costanza, quando iniziamo a esaminare noi stessi e a tentare coscienziosamente di liberarci dai peccati e dalle passioni, acquistando così le virtù.    Iniziamo perciò oggi. Cerchiamo un anziano nella fede, ricco di esperienza e saggio, e chiediamo a lui di insegnarci a praticare la virtù, a percorrere la «via stretta e angusta» che porta alla salvezza Questa è la sola strada che ci offra la pace e la gioia imperiture dello Spirito Santo di Dio.   

Ierodiacono Serafim Incitti

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