Nel Nome di Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amìn.
Fotografo da quando ero un bambino e come un appassionato di fotografia sono stato sempre attratto dalla Luce e dai tratti che nel buio riesce a scrivere.
La Luce è qualcosa che sempre mi ha spinto a seguire e segna la mia vita, ecco la ragione del seguire Cristo, la Luce che squarcia le tenebre, un concetto che sottilmente si riesce a vedere nelle mie foto.

Così è stato il mio incontro con Sua Beatitudine Evloghios, un incontro nella Luce di Dio, una Luce che ho intravisto al termine di un tunnel buio.
Provenivo da una chiesa, la quale per anni mi ha perseguitato, offeso, ingiuriato, diffamato e francamente non avevo più voglia di credere in niente e in nessuno. Avevo perso ogni speranza che potessero esistere Vescovi degni di questo appellativo.
Mia moglie e mia figlia mi spinsero ad avere un incontro con S.B.Evloghios e con molta riluttanza mi avvicinai a Lui. Ma le sue parole così dolci e cariche di un’autorità unica mi fecero rimangiare tutto ciò che pensavo. Raccontai tutta la mia storia e quel calvario che avevo dovuto attraversare e che ancora attraversavo in quel momento svanì immediatamente, trasformandomi immediatamente.
Era un uomo carico di vita, di esperienza e di positività che riusciva a pulire la tua anima in un attimo, donando luce in un animo incattivito.
Lui si chinò su me e iniziò a raccontarmi e a farmi vedere come lui viveva sempre con molta discrezione. Rimasi senza parole e compresi immediatamente che non ero l’unico a soffrire e che c’era chi affrontava tutto ciò che provavo con estrema dignità. Nella mente di uomo di quasi 44 anni compresi che non dovevo piangere su me stesso e principalmente tornò in me la Parola di Dio nel Salmo 9 ” Dio abbatte gli empi e salva gli umili “.
Dio aveva asciugato le mie lacrime e aveva mandato il Servo Evloghios a prendersi cura di questa pecorella che stava per smarrirsi. Dio che ama tutte le Sue creature e che lascia le sue 99 per cercare quella smarrita. Così S.B.il Metropolita Evloghios decise di Ordinarmi Presbitero e successivamente Arciprete. Fu lui stesso a volere che il mio nome da quel giorno fosse Ambrogio e non più Nicolò.
Mi disse che mai a nessuno aveva voluto dare quel nome e che lo aveva riservato per un chierico che il suo cuore un giorno gli avrebbe suggerito.
Delle sue parole sia io che mia moglie ne restammo particolarmente colpiti e confesso che dal Settembre 2004, anno che accadde ciò, fino ad oggi restano insieme a molte impresse nel mio cuore.
A quel tempo vi erano molti Vescovi nella Metropolia e vivendo nel Lazio, fui rimesso alla obbedienza dell’Arcivescovo Basilio. Questi dopo diversi mesi, mi impose la dignità della Mitra dietro la decisione del Santo Sinodo.
Nel primo viaggio a Milano dal Metropolita, egli vedendo che non avevo la possibilità economica per acquistare una Mitra, prese la Sua e, dopo aver tolto la croce che la sovrastava che è tipico dei Vescovi, me la donò e che è quella che indegnamente indosso.
Così accadde anche in occasione della mia elevazione ad Arciprete, prese dal cassetto la Croce pettorale che il Patriarca di Kiev Vlodimir gli aveva donato e me la mise al collo.
Prese la stola con cui confessava e me la diede, che io ho indossato e continuo a fare nelle situazioni più impegnative del mio Ministero sacerdotale.

Mi rivestì della Grazia davanti a Dio che altri infangavano e che diffamavano. Nel tempo quando su internet questa frangia di chierici continuavano insieme al loro vescovo a scrivere fango sul mio conto, egli telefonò personalmente in Grecia al loro Metropolita per contestare, prendendo le mie difese. A quel tempo non esisteva la legge sulla privacy e il chiacchiericcio si placò soltanto nel momento in cui interpellai il mio avvocato.
Vista la lontananza tra me e S.B. Evloghios non passava giorno che non ci sentissimo telefonicamente per almeno un’ora e a volte più volte al giorno. Mi chiamava quando era sul treno o per strada, mentre parlava con un povero o con qualcuno che aveva casualmente incontrato per strada. Non cessava mai di starmi vicino, lui amava sentire la mia voce e quella dei miei cari. Più volte mi trovavo in ufficio e quando vedevo il cellulare squillare e apparire il suo numero, correvo gelosamente fuori dalla stanza e accadeva anche che fuori piovesse o nevicasse ma riuscivo ad accorgemene solo quando era finita la conversazione.
Quel numero purtroppo non lo vedrò più apparire sul mio cellulare, seppure non verrà mai cancellato dal mio apparecchio telefonico.
Per me quando il mio cellulare squillava e vedevo il suo nome era come se il Cielo mi chiamasse, mollavo ogni cosa e immediatamente il sorriso si disegnava sul mio volto, diventavo raggiante, il mio Papà mi chiamava…
Una sensazione che auguro a chiunque di poter provare; un atto di fiducia da cui ti aspetti tutto il bene e il profumo del Cielo, le poche e vere sensazioni di cui potrai godere in questa vita.
Purtroppo anche i santi uomini possono commettere errori di valutazione e chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Una scelta ecclesiale di S.B. portò molti chierici e Vescovi ad abbandonare la Metropolia, io purtroppo fui tra questi. Prima di andare via con i pugni e tutta la mia forza cercai di far valere le ragioni di quella scelta errata, ma anche il mio Papà Evloghios era un uomo forte come lo sono io e si sa che quando due forti si scontrano scoppiano scintille. Così accadde…

Tutti come un gregge senza Pastore prendemmo la nostra strada, il nostro aereo che ci portò in ogni parte del mondo, magari con molti scali e molte soste. Io tornai ad essere il guerriero di prima ma il rispetto per S.B. Il Metropolita Evloghios non cessò mai nel mio cuore seppure la frattura, il fascino che esercitava in me non smise mai di cessare.
Tanto che le scelte errate che poi intrapresi negli anni di separazione, furono causa proprio nel ricercare quella immagine di uomo e Vescovo che lui fu per me in altri personaggi della Chiesa Ortodossa.
Questo mi fece sprofondare nuovamente nel mare della sofferenza, perchè iniziai ad avere delle proiezioni psicologiche su personaggi che non erano neppure l’ombra del mio Vescovo Evloghios.
L’errore di essermi allontanato dal mio Metropolita è stata la conseguenza di errori più gravi che hanno portato conseguenze peggiori in tutta la mia vita, seppure Dio nuovamente ha saputo trasformare queste mie lacrime di sofferenza in lacrime di gioia per altri Doni ricevuti.
Negli anni che susseguirono veloci, Egli mi chiamava per sapere come stava il suo Ambrogio; l’Ambrogio come lui scherzosamente spesso diceva, che andava a dormire come le galline e si alzava come il gallo sfociando in una fragorosa risata.
Ricordo in tal senso che la sera della mia ordinazione mi chiamò alle 00.30 della notte, mentre dormivo in albergo con mia moglie e mia figlia, per chiedermi come stavo e spiegarmi la gioia e l’importanza dell’Amore di Cristo e del Sacerdozio che stavo di lì a poche ore ricevendo. Ecco chi era S.B. Evloghios…un dolce Papà.
Io non so se Egli ha fatto questo con tutti i suoi preti, magari io sono l’unico che ha la sfacciataggine o la forza di raccontarlo mettendo in piazza cosa che altri preferiscono tenere nel loro cuore. Io invece pur di essere tacciato come orgoglioso, voglio raccontare tutto ciò non perchè serva la mia testimonianza per far conoscere lo spessore umano e spirituale del Metropolita Evloghios, perchè chi lo ha conosciuto avrebbe molto più di me da scrivere ma solo per testimoniare la grandezza e lo spessore umano ed ecclesiale di questo Uomo di Dio.
Alcune volte mentre camminavamo diretti in un locale per andare a mangiare, incontravamo delle persone bisognose che lo avvicinavano, e lui con una battuta scherzosa per non farsi scoprire da me, vedevo che sfilava dalla sua riassa qualcosa dalle tasche e la chiudeva nelle mani di chi gli stava davanti.
La prima volta che entrai nella sua cella, egli non possedeva nessuna cosa per riscaldarsi e l’unica fonte era una vecchia stufa a legna che riusciva a racimolare qua e là. Mi raccontò dell’incendio che una volta era divampato all’interno. Spesso non poteva mangiare…e i gestori dei ristoranti quando lo vedevano passare più volte lo chiamavano offrendogli un piatto di pasta.
Una volta un ristoratore mi confidò che più volte lo invitava perchè sapeva delle sue difficoltà. Eppure non c’era volta che camminando sul marciapiedi egli faceva pochi passi senza che le persone che incontrava lungo il cammino lo fermassero per prendere da lui un sorriso, una benedizione.
Quando andavamo a mangiare era sempre molto parco, principalmente perchè, non essendo abituato a consumare dei pasti completi e regolari, il suo stomaco non poteva accettare la completezza di un pranzo. Così accadde quando lo invitai in casa mia nel Lazio a trascorrere alcuni giorni.
Mia moglie si sbizzarrì in molte portate, ma egli assaggiò un poco di tutto per non dispiacerla. Pensai che forse i suoi gusti erano diversi dai nostri siciliani, invece poi compresi il perchè…
Per molti anni io andai in un sinodo americano molto severo, che il Metropolita Evloghios non era felice avessi scelto.
Non per la severità ma da chi lo presiedeva.
Più volte mi chiamò stimolandomi alla riflessione e nella presunzione della mia giovinezza sacerdotale, pensavo che mi dicesse certe cose per indurmi al solo scopo che io tornassi da Lui. Ma dalla sua bocca non uscì mai questa frase…
Mi fece soltanto notare alcuni aspetti poco amorevoli del leader di questa comunità ecclesiale.
Mi diceva sempre…guardagli gli occhi, lui non ha amore.
Ciò che ho scoperto a mie spese a distanza di anni e per più anni e con molte sofferenze e sanguinamenti che avrei potuto evitarmi se gli avessi dato ascolto.
Purtroppo ormai la mia vita familiare girava attorno a quel sinodo e mia figlia stessa involontariamente, esercitava in me un freno ad abbandonare quella realtà ecclesiale. Sì è vero, rimasi in quel sinodo perchè non volevo separarmi da mia figlia e principalmente non volevo darle un dolore.
Essendo ormai vicinissimo al traguardo dei sessanta anni, sopravviene una pazienza a tutto campo che però in un uomo dal mio carattere, ha un limite ed il limite era stato ormai oltrapassato da molti molti anni, tanto che i miei ultimi due anni a questa parte mi misi in preghiera, chiedendo a Dio di donarmi la forza di sapere fare la giusta scelta.
Volevo prendere il telefono e chiamare a Mons. Evloghios per chiedere se potesse trovare ancora misericordia nel riprendermi tra le sue braccia.
Due anni sono lunghi ed io li attraversai tra lacrime, preghiera, e silenzi.
Non sto qui a raccontare di me, ma di S.B. Evloghios, Uomo di Dio, Vescovo ispirato che ha sentito il peso delle mie lacrime che Dio gli ha fatto palesi.
Non è stato il figliol prodigo a prendere il telefono ma il Padre buono e Misericordioso a prendere l’iniziativa, quel caprone di Ambrogio si stava per smarrire un’altra volta…
Così mi chiamò in un giorno dove avevo un mare di persone davanti a me in ufficio.
Lasciai tutti in asso, presi il mio cellulare e corsi fuori come sempre gelosissimo del mio Papà. Lui sorpreso e meravigliato che avessi ancora lo stesso numero dal 2000. Gli risposi che non lo avevo mai cambiato perchè sapevo che Lui mi avrebbe richiamato.
Siamo stati come al solito al telefono per quasi un’ora e miei colleghi presero il peso del mio lavoro su di se.
Così mi chiese come stavo e come andava il mio sacerdozio.
Gli manifestai tutta la mia sofferenza e lui tornò a dirmi la mancanza di amore per me di quel vescovo che ancora servivo. Così gli manifestai che erano due anni che stavo pregando per chiedergli se egli mi avesse ripreso.
Ricordo che Lui si mise ad urlare ” Ma certo !!! ” “Tu non sei mai andato via dalla tua Metropolia, sei il mio Ambrogio “.
Io gli chiesi una condizione, che Egli avesse chiesto la benedizione al Metropolita Avondios. Lui continuò a dirmi che anche il Vescovo Avondios sarebbe stato felicissimo e che mi voleva tanto bene. Ma io nonostante le sue parole, posi questa come condizione del mio rientro. Così mi rispose tutto esaltato e felice che mi avrebbe telefonato per farmi sapere.
Trascorsero due mesi senza risposta e, dico sinceramente pensai, che forse qualcosa non era stato gradito del mio comportamento passato alla Metropolia.
Non era così, S.B.Evloghios aveva dimenticato il particolare di chiederlo subito dopo la telefonata per la troppa gioia, per poi ricordarsi dopo due mesi. Accade a chi ha su di se molti anni e quando si provano gioie troppo grandi.
Mi sentii chiamare dall’Arcivescovo Avondios e così programmai un incontro a Milano.
Purtroppo per ragioni varie di salute dovetti rimandare di qualche settimana l’incontro.
Non ho fatto in tempo…
S.B. Evloghios a mia insaputa, aveva prenotato il suo volo verso il Cielo con un biglietto di sola andata.
Sono giunto a Milano Venerdì sera…senza vita nel mio sangue e con tutta la severità verso me stesso dei miei quasi sessant’anni.
Soltanto l’amore dei miei confratelli e del Metropolita Avondios ha dato ossigeno al mio cuore affannato e balsamo alla mia anima.
Resta nel mio cuore quella ultima volta che ho sentito la sua voce, dove come in un film, mi ha ripetuto tutta la sua vita e tutti i torti che aveva ricevuto dai vari personaggi della Chiesa e le sofferenze patite, come una confessione, cuore a cuore, come un Padre vero parla al proprio figlio sul letto di morte.
Lui sapeva che non ci saremmo più rivisti e si rallegrava perchè il suo Ambrogio era tornato nella sua Chiesa.
Gli dissi chiaramente, Vladika caro voglio chiudere la mia vita nella mia Metropolia. Da oggi fino al mio ultimo sospiro non mi separerò più da te Vladika, qualsiasi cosa accada e lui mi rispose, Tu sei stato sempre con me, questa è la tua Chiesa.
Molti che hanno ricevuto la Grazia dei vari Ordini Sacri non si sono ricordati di Lui neppure in quegli ultimi giorni della sua esperienza in terra. Dei cosiddetti vecchi in pochi si sono presentati anonimamente.
Ma le persone, i poveri, il popolo di Dio era tutto presente, in Chiesa e in strada era un fiume inarrestabile dal lunedì al sabato.
S.B. il Metropolita Evloghios, senza paura affermo che è stato per noi Italiani e per tutti coloro che lo hanno conosciuto, un Angelo che Dio ha inviato al Suo popolo.
Come il suo stesso nome significa, è stato una Benedizione per questa nostra Italia e per la città di Milano, di cui deve andare orgogliosa per aver custodito nel silenzio e nel nascondimento un Uomo di Dio come è stato il mio e nostro Metropolita Evloghios Hessler.
Grazie mio Dio per avermi donato un Papà così. Adesso attendo quando lo potrò riabbracciare e spero che almeno mi farai godere della sua presenza in Cielo.

Padre Ambrogio Ciotta, Arciprete mitrato
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